Fra le innumerevoli cose belle che la citta' di Londra offre, gli spettacoli teatrali rientrano senza dubbio nella top ten. Gli spettacoli del West End sono leggendari! Per gli amanti dei musicals c'e' una scelta interminabile; praticamente, tutti, e dico TUTTI i musicals che ho visto a Londra mi sono piaicuti da morire, da Mary Poppins a Wicked, da Chicago a Priscilla. Ci sono le commedie dal sapore avanguardista, come lo spettacolare e divertentissimo e originalissimo 'The 39' Steps'.
Per non parlare poi spettacoli che, per regia o sceneggiatura, vengono considerati rivoluzionari e artisticamente rilvanti: ricordo con commozione l'ultima produzione di 'Bent', con un Alan Cumming davvero strepitoso; e, relativamente piu' di recente, il taglientissimo e velenosissimo 'Fat Pig', dell'irriverente Neil Labute. Insomma, tanti spettacoli, di tutti i tipi, per tutti gusti. Ne ho visti molti, ma ahime' ne ho persi troppi... Del resto, a Londra a volte e' come stare a teatro: il tempo vola!
Ma sempre fra le innumerevoli cose belle che offre, ci sono delle cose che la citta' di Londra non offre a tutti quanti, residenti o turisti o visitatori o chicchessia. Ci sono delle cose che la citta' di Londra offre solo a chi la abita. Come, per esempio, il piacere di andare in un teatro che non sia nel West End!
E' stato cosi' che qualche settimana fa mi sono ritrovato dalle parti di Angel, nel cuore di Islington - zona Nord-Est di Londra - e andare a teatro proprio la' (visto che non e' nemmeno lontano da casa mia). L'occasione? 'Prima Donna', opera contemporanea del cantautore Rufus Wainwright. Si', ho scritto bene: non commedia, o piece, o musical... proprio opera, con soprano, tenore, orchestra e via discorrendo. Con un intreccio, poi, veramente da 'opera contemporanea': Prima Donna racconta la storia di un grande soprano la quale e' oramai sul viale del tramonto, avendo perso la voce per cause psicofisiologiche e ridotta alla disperazione nella solitudine di un mondo che non apprezza piu' l'opera e le sue dive.
Il fascino dell'opera, la magia del teatro, le grandi aspettative per un musicista di grande cultura e sensibilita' come Wainwright: insomma, gli ingredienti per un ottimo spettacolo c'erano tutti. Allora... perche' 'Prima Donna' non mi e' piaciuto? Non che mi sia 'dispiaciuto': semplicemente, non mi ha fatto strappare i capelli. Forse perche' da Wainwright mi aspettavo una musica piu' trasgressiva, che rimettesse in discussione i cliche' dell'opera in modo genuino e originale. Forse perche' le passioni rappresentate in scena erano veramente esagerate, dal momento che la storia, raccontata in due atti, si svolge nel giro di una sola giornata. Forse perche' il soprano che interpretava il grande soprano non era un grande soprano. Forse perche' il tenore aveva una voce migliore del soprano, ma non nel senso che era un grande tenore, ma proprio nel senso che aveva la voce da soprano. O forse perche' i tre quarti del pubblico non era li' per vedere 'Prima Donna', ma solo per vedere 'l'opera di Rufus Wainwright'... il che esattamente non e' la stessa cosa.
Per piu' di due ore mi sono dovuto sorbire i sussurri e i bisbigli di orde di fan impazzite, che rimanevano sedute a sorbirsi duetti e grandi arie con la grande speranza di vedere il loro idolo. Il sig. Rufus effettivamente non ha deluso le aspettative e ha fatto la sua esuberante apparizione sul palco, dopo il giro di applausi al soprano, al tenore, ai coprotagonisti e al direttore d'orchestra (e ricevendo piu' applausi rispetto a quelli concessi al soprano, al tenore, ai coprotagonisti e al direttore d'orchestra).
'Siete contenti, adesso?' mi era venuta voglia di urlare. Poi mi sono guardato attorno: ragazzine urlanti e piangenti che sospiravano 'Rufus, Rufus...' (tempo e lacrime sprecate: Rufus Wainwright e' dichiaratamente e notoriamente gay), ragazzi vestiti da cocchieri Ottocenteschi, con tanto di scarpe intacchettate e tuba sul capo, signore impellicciate che continuavano a ripetere 'Bellissimo! Bellissimo!' anche se non c'avevano capito nulla di tutta l'opera. Insomma, che dire delle mille contraddizioni della citta' di Londra? Dove ci sono alcuni fra gli spettacoli teatrali piu' belli al mondo, ma non sempre il pubblico adatto che li assiste... Se poi lo speattacolo non e' esattamente fra i piu' belli al mondo, la qualita' del pubblico, specie se molesto, puo' addirittura essere determinante nel giudizio finale complessivo.
Aldila' del suo autore notioriamente egocentrico, della qualita' dei cantanti, della musica talmente accademica da essere piatta, ci sara' almeno una cosa buona in 'Prima Donna'? Eccome! Nonostante il titolo in Italiano, nonostante Wainwright canti in Inglese, nonostante, infine, ci trovassimo a Londra, dove persino le opere di Verdi, Puccini e Mozart vengono tradotte e cantate in Inglese (che ci crediate o no), 'Prima Donna' e' cantato interamente in Francese. La storia poteva essere facilmente seguita attraverso i subtitles che apparivano su dei teleschermi piazzati in ognidove, pero' tutto, dal primo Do all'ultimo Si, e' stato eseguito rigorosamente nella lingua dell'amour.
Un attacco sanguinario nel cuore di una Nazione che molto spesso, ahime', definisce cultura solo quello che e' espresso in lingua Inglese...
Per non parlare poi spettacoli che, per regia o sceneggiatura, vengono considerati rivoluzionari e artisticamente rilvanti: ricordo con commozione l'ultima produzione di 'Bent', con un Alan Cumming davvero strepitoso; e, relativamente piu' di recente, il taglientissimo e velenosissimo 'Fat Pig', dell'irriverente Neil Labute. Insomma, tanti spettacoli, di tutti i tipi, per tutti gusti. Ne ho visti molti, ma ahime' ne ho persi troppi... Del resto, a Londra a volte e' come stare a teatro: il tempo vola!
Ma sempre fra le innumerevoli cose belle che offre, ci sono delle cose che la citta' di Londra non offre a tutti quanti, residenti o turisti o visitatori o chicchessia. Ci sono delle cose che la citta' di Londra offre solo a chi la abita. Come, per esempio, il piacere di andare in un teatro che non sia nel West End!
E' stato cosi' che qualche settimana fa mi sono ritrovato dalle parti di Angel, nel cuore di Islington - zona Nord-Est di Londra - e andare a teatro proprio la' (visto che non e' nemmeno lontano da casa mia). L'occasione? 'Prima Donna', opera contemporanea del cantautore Rufus Wainwright. Si', ho scritto bene: non commedia, o piece, o musical... proprio opera, con soprano, tenore, orchestra e via discorrendo. Con un intreccio, poi, veramente da 'opera contemporanea': Prima Donna racconta la storia di un grande soprano la quale e' oramai sul viale del tramonto, avendo perso la voce per cause psicofisiologiche e ridotta alla disperazione nella solitudine di un mondo che non apprezza piu' l'opera e le sue dive.
Il fascino dell'opera, la magia del teatro, le grandi aspettative per un musicista di grande cultura e sensibilita' come Wainwright: insomma, gli ingredienti per un ottimo spettacolo c'erano tutti. Allora... perche' 'Prima Donna' non mi e' piaciuto? Non che mi sia 'dispiaciuto': semplicemente, non mi ha fatto strappare i capelli. Forse perche' da Wainwright mi aspettavo una musica piu' trasgressiva, che rimettesse in discussione i cliche' dell'opera in modo genuino e originale. Forse perche' le passioni rappresentate in scena erano veramente esagerate, dal momento che la storia, raccontata in due atti, si svolge nel giro di una sola giornata. Forse perche' il soprano che interpretava il grande soprano non era un grande soprano. Forse perche' il tenore aveva una voce migliore del soprano, ma non nel senso che era un grande tenore, ma proprio nel senso che aveva la voce da soprano. O forse perche' i tre quarti del pubblico non era li' per vedere 'Prima Donna', ma solo per vedere 'l'opera di Rufus Wainwright'... il che esattamente non e' la stessa cosa.
Per piu' di due ore mi sono dovuto sorbire i sussurri e i bisbigli di orde di fan impazzite, che rimanevano sedute a sorbirsi duetti e grandi arie con la grande speranza di vedere il loro idolo. Il sig. Rufus effettivamente non ha deluso le aspettative e ha fatto la sua esuberante apparizione sul palco, dopo il giro di applausi al soprano, al tenore, ai coprotagonisti e al direttore d'orchestra (e ricevendo piu' applausi rispetto a quelli concessi al soprano, al tenore, ai coprotagonisti e al direttore d'orchestra).
'Siete contenti, adesso?' mi era venuta voglia di urlare. Poi mi sono guardato attorno: ragazzine urlanti e piangenti che sospiravano 'Rufus, Rufus...' (tempo e lacrime sprecate: Rufus Wainwright e' dichiaratamente e notoriamente gay), ragazzi vestiti da cocchieri Ottocenteschi, con tanto di scarpe intacchettate e tuba sul capo, signore impellicciate che continuavano a ripetere 'Bellissimo! Bellissimo!' anche se non c'avevano capito nulla di tutta l'opera. Insomma, che dire delle mille contraddizioni della citta' di Londra? Dove ci sono alcuni fra gli spettacoli teatrali piu' belli al mondo, ma non sempre il pubblico adatto che li assiste... Se poi lo speattacolo non e' esattamente fra i piu' belli al mondo, la qualita' del pubblico, specie se molesto, puo' addirittura essere determinante nel giudizio finale complessivo.
Aldila' del suo autore notioriamente egocentrico, della qualita' dei cantanti, della musica talmente accademica da essere piatta, ci sara' almeno una cosa buona in 'Prima Donna'? Eccome! Nonostante il titolo in Italiano, nonostante Wainwright canti in Inglese, nonostante, infine, ci trovassimo a Londra, dove persino le opere di Verdi, Puccini e Mozart vengono tradotte e cantate in Inglese (che ci crediate o no), 'Prima Donna' e' cantato interamente in Francese. La storia poteva essere facilmente seguita attraverso i subtitles che apparivano su dei teleschermi piazzati in ognidove, pero' tutto, dal primo Do all'ultimo Si, e' stato eseguito rigorosamente nella lingua dell'amour.
Un attacco sanguinario nel cuore di una Nazione che molto spesso, ahime', definisce cultura solo quello che e' espresso in lingua Inglese...